Il balcone

“Il 13 marzo alle 18.00 affacciamoci dalle nostre finestre e dai nostri balconi! Trasformiamo l’Italia in un grande concerto.”

 

Era questo l’obiettivo del flash mob rivolto a tutti i musicisti italiani, ma io non sapevo se aderire o meno a questa iniziativa: come avrei fatto da solo? Non è facile per un cantante lirico cantare senza musica, da un balcone poi…

 

Il giorno del flash mob, alle 18.00 sono ancora fuori casa, sto facendo un po’ di spesa nella piazza del quartiere. Che fare? Forse non farò niente, ormai sono in ritardo e non sono neppure dell’umore giusto.

 

Mi trovo ancora nel negozio quando all’improvviso sento suonare e cantare all’esterno. Affacciato alla sua finestra, un ragazzo molto giovane canta accompagnandosi con la chitarra. All’inizio sembra un po’ intimidito, e probabilmente è alle prime armi col suo strumento, ma fa del suo meglio. E proprio allora mi decido a cantare: è giusto che anche io faccia la mia parte dando il mio contributo al quartiere.

 

Accelero il passo e una volta a casa dico a Chiara, mia moglie, che parteciperò al flash mob, cantando qualcosa dal balcone della nostra camera. Lei è d’accordo, farà un video da condividere su facebook. Resta solo da decidere che cosa cantare, scelta non facile. Penso che forse l’aria giusta sarebbe il Nessun dorma, una lirica molto famosa tratta da un’opera ambientata in Cina. Ha anche le parole giuste, soprattutto nel finale: “all’alba vincerò”… Perfetto.

Ma come farò per la musica? Cantare a cappella il Nessun dorma è molto difficile, rischierei di stonare. Devo farmi accompagnare da una base strumentale: non è il massimo, ma non ci sono alternative.

 

Ore 18.15, siamo sul balcone. Chiara è già pronta a filmarmi. Aspetto che passi l’ennesima sirena in lontananza, chiudo gli occhi per concentrarmi, avvio la base strumentale e inizio a cantare.

Mentre canto nella mia mente si affollano tanti pensieri, sono un po’ emozionato. L’aria del Nessun dorma l’ho cantata decine di volte, ma ora è tutto diverso, nuovo palcoscenico, nuovo motivo e nuovo pubblico.

Già dopo le prime frasi inizio a notare le reazioni dei vicini. Un signore anziano apre la sua finestra, sulle prime sembra infastidito, ma poi alza la sguardo, mi vede e sorride.

 

In lontananza sento urlare “BRAVO!”. È un bambino, anche lui vuole contribuire suonando il suo flauto. Le note sono casuali, ma lo spirito è quello giusto.

 

Dopo l’acuto finale mi raggiunge mio figlio Edoardo, incuriosito. Quando lo prendo in braccio mi sussurra all’orecchio: “ Ti hanno sentito tutti!”… Parole profetiche, è stato proprio così.

 

Con Edoardo in braccio, decido di aggiungere un “vincerò” non scritto in partitura – Puccini mi perdonerà. La nota finale prorompe così lunga e forte che mio figlio si tappa le orecchie, strappandomi una risata.

Prima di interrompere la registrazione, mia moglie saluta il nostro quartiere di Gavinana.

 

Una volta postato su facebook, il video diviene virale in poche ore, raggiungendo un numero di visualizzazioni e condivisioni impressionante. Ho ricevuto migliaia di messaggi da tutti i continenti, alcuni dei quali veramente commoventi. Tante persone mi hanno ringraziato, tante mi hanno detto che avevo dato loro coraggio.

 

Nei giorni successivi ho cantato tutte le sere, La donna è mobile, Una furtiva lagrima, Caruso… è sempre bello poter essere di aiuto.